"Se ami il sacro e disprezzi l'ordinario, annaspi ancora in un oceano di illusioni."
Lin - Chi
Qualche mese addietro ho partecipato a un ritiro spirituale tenutosi all'Asilomar Conference Center di Pacific Grove, in California, una località situata sulla punta di della penisola di Monterey. Un posto mozzafiato, uno dei più belli che abbia mai visto. Negli ultimi ventisette anni ho passato molte settimane in quel luogo, a conversare con i colleghi e a comunicare con la natura. Asilomar è uno di quei posti che sembrano possedere un che di sacro. L'oceano, la natura selvaggia, gli animali ti fanno sentire la presenza di Dio in ciò che ti circonda. Persino i partecipanti al ritiro sembrano emanare l'essenza di Dio. Poco prima di partire, mentre mi trovavo sul balcone di quella stessa camera che avevo occupato forse una ventina di anni addietro e ammiravo la bellezza che mi circondava, mi sono scoperto a dire: "Questo posto è immutabile . . . C'è ancora quella stessa bellezza e sacralità che ho trovato la prima volta che ci ho messo piede nel 1977 . . . non è cambiato niente".
In quel momento una voce, che nel corso degli anni ho imparato a conoscere come amore divino, mi ha parlato: "Oh sì, qualcosa è cambiato. Tu, mio caro, sei cambiato". A quella semplice rivelazione, sono scoppiato a piangere. Era vero: Asilomar conservava come sempre il suo senso di sacralità, ma io ero cambiato. Anch'io ero divenuto sacro (ai miei occhi). Non che agli occhi di Dio potessi essere più o meno sacro.La verità è che la vita è un'esperienza sacra per tutti noi; lo è sempre stata e sempre lo sarà. Non possiamo divenire più spirituali di quello che siamo in questo istante, perché siamo già cento per cento spirito. Ma dobbiamo risvegliarci a questa verità. Ecco ciò che cosa ci rende sacri. Ecco a che cosa serve l'esercizio della spiritualità: ci desta a ciò che siamo sempre stati. Per saperlo non c'è bisogno di andare in un centro per ritiri spirituali. Certo, comprendere e ricordare il nostro legame spirituale con Dio in un luogo come Asilomar può essere semplice, ma l'opportunità per praticare veramente la spiritualità giunge al rientro a casa.
La tendenza degli uomini è quella di etichettare alcuni luoghi, alcune persone e alcuni avvenimenti come più sacri o spirituali di altri. E' così che vedevo la vita nel 1977: attraverso gli occhi della dualità. Vedevo solo Asilomar come un luogo sacro e mi ero recato laggiù in cerca di un'esperienza spirituale, senza rendermi conto che io ero già un'esperienza spirituale. La verità è che la vita tutti i giorni può essere trasformata in un'esperienza spirituale ricordandoci di ricordare che la Presenza di Dio non può essere maggiore in un ritiro spirituale piuttosto che sulla tangenziale alle sei del pomeriggio (scommetto che non avete mai pensato a una distesa di asfalto come a un terreno sacro). Come afferma il mio amico Walter Starcke: "Tutto è Dio . . e allora amiamolo". Tutta la vita è una esperienza sacra, perciò possiamo vivere cercando un'esperienza "là fuori", oppure possiamo destarci al fatto che noi siamo un'esperienza spirituale, ovunque siamo e qualunque cosa facciamo.
Esercizio della Consapevolezza
- Scegliete un luogo dove non abbiate difficoltà ad avvertire la Presenza di Dio: un giardino, una chiesa o un parco. Trascorretevi alcune ore cercando di approfondire la vostra esperienza con il divino e percepite quest'ultimo permeare l'essenza del vostro essere.
- La prossima volta che vi troverete in un luogo che avete etichettato come tutt'altro che spirituale (per esempio l'ufficio, la banca, la palestra), fermatevi, fate un respiro profondo e ricordate la sensazione provata quando avrete chiaramente avvertito la presenza di Dio.
- Non lasciate sfuggire quella sensazione fino a quando vi accorgerete che proprio in quell'istante siete su suolo sacro. Non state semplicemente vivendo un'esperienza spirituale: voi siete la personificazione della Presenza di Dio. Voi siete un'esperienza spirituale. Il sacro include voi.
(Tratto da: "La chiave della vita" - Dennis Merritt Jones - Armenia)
