Il dono dell'angelo Alato di Kate

Era il 1998 ed ero al pronto soccorso con una diagnosi di polmonite. Dopo avermi somministrato ogni farmaco noto per combattere la malattia, fui dimessa con la rigorosa indicazione di stare a riposo a letto e di assumere i molti farmaci che mi erano stati prescritti.

Quando lasciai l'ospedale, sentii che sarebbe stato meglio se fossi rimasta lì, ma non c'erano posti disponibili. 

Sembrava che, per la mia età e per il mio stato di salute generale mi sarei rimessa in fretta, anche se avessi trascorso la convalescenza a casa.

Quella notte, dopo essermi girata e rigirata nel letto, con il suono del vaporizzatore che mi teneva sveglia, finalmente caddi in un sonno molto profondo. Alle 3.33 precise fui svegliata da una presenza nella mia stanza. In un primo momento pensai che fosse qualcuno della mia famiglia. Quando mi girai, il cuore iniziò a battere forte: nella mia camera c'erano due corpi molto grandi.

 

Le due figure mi fecero capire in fretta e senza parole che mi stavano proteggendo mentre dormivo. Compresi che erano angeli.

Uno di loro era una figura maschile, alta circa tre metri.

Ma come poteva qualcuno così alto stare nella mia camera (i cui soffitti arrivavano solo fino a due metri e mezzo)? La sua veste era di un bellissimo blu ceruleo e il suo volto amorevole sembrava guarirmi.

 

L'altro era tutto bianco, la sua energia era dolce e benefica; mi ricordava gli angeli di cui avevo letto quando ero piccola: una figura per metà umana con ali piumate. Allungai la mano per toccarli, ma non c'erano più. Mi riaddormentai, cadendo di nuovo in un sonno agitato. 

La mattina, quando mi svegliai, ero molto emozionata al ricordo di quel "sogno". Quando mia figlia e mia nipote vennero a vedere come mi sentivo, raccontai loro della visita degli angeli.

 

Mia figlia era abbastanza grande da essere scettica, ma la mia nipotina di quattro anni sbalordita era e contentissima per quel racconto.

Passata la frenesia, mia figlia mi aiutò a scendere dal letto per andare in bagno. In quel momento, la mia nipotina prese a urlare per l'eccitazione e la gioia: avevo una piuma bianca, lunga quindici centimetri, attaccata alla gamba!

 

Non sapevamo che cosa pensare. Io ero molto confusa perché in casa nostra non ci sono oggetti con le piume, per evitare ogni possibile allergia. Mia figlia era senza parole, mentre mia nipote ballava dalla gioia perché l'angelo aveva lasciato un regalo. Disse che sapeva che il sogno non era stato un sogno, perché gli angeli fanno sempre visita alle persone durante la notte. Certo che era un angelo! Rimossi con cura la preziosa piuma dalla gamba e la deposi sull'altare della mia camera da letto.

 

La notte successiva sentii che stavo peggiorando, anziché migliorare. Decisi che, se presto non mi fossi sentita meglio, avrei chiamato il medico. Alle 3.33 fui svegliata, ancora una volta, dalla sensazione di una presenza nella stanza. Mi girai... e di nuovo c'erano gli angeli!

Mentre guardavo, lì in piedi di fronte a me, la figura maschile mi domandò se fossi pronta ad andare con loro in paradiso. Per certi versi ero felicissima di sentire la loro voce, per di più mi stavano invitando a unirmi a loro.

 

Gli angeli dissero che erano lì per aiutarmi a decidere se rimanere a vivere nel mio corpo. Pensai ai progetti su cui stavo lavorando e a ciò che, nel mio lavoro, restava di incompiuto. Nessuna di queste cose sembrava più importante dell'andare con loro: l'amore e l'appagamento che trasmettevano era molto invitante, e non volevo rinunciarci.

A un tratto, però, pensai ai miei sette nipotini. Se fossi andata via con gli angeli in quel momento non avrei nemmeno avuto la possibilità di dire loro addio e di ricevere un ultimo bacio e un ultimo abbraccio.

Dissi agli angeli che, per il momento, volevo rimanere sulla Terra.

 

Mi risposero che, se avessi scelto di restare, l'unico modo per rimanere in vita sarebbe stato quello di tornare in fretta al pronto soccorso. 

Poi scomparvero all'improvviso, così come erano arrivati.

Non appena possibile, mia figlia maggiore mi portò in ospedale. Come si scoprì in seguito, la polmonite era molto peggiorata e i medici dissero che ero arrivata appena in tempo.

 

La mattina seguente, alle 3.33, mi svegliai nella speranza di vedere i miei angeli, ma non c'erano. Mi chiesi se il fatto di essere andata in ospedale li avesse delusi. Ero molto triste al pensiero che forse non li avrei più rivisti e mi chiesi come avrei potuto farli tornare. Compresi che avrei dovuto porre loro più domande. Mi parve come di aver perso un'occasione, e misi in dubbio la mia decisione di non averli seguiti. Piansi, sentendomi in lutto, come se avessi perso degli amici che conoscevo da anni.

 

Più tardi, quella stessa mattina, mia figlia e mia nipote vennero a farmi visita. Non avevo più detto nulla riguardo agli angeli dopo la vicenda della piuma. Ero troppo debole, e concentravo tutta la mia energia sul processo di guarigione. Anche mia figlia aveva un sacco di pensieri in testa, e io non volevo essere un peso per lei né farla preoccupare.

 

Non appena parlammo del mio ricovero, però, mia figlia si rammentò di qualcosa che era accaduto quel mattino. Disse che anche lei si era svegliata alle 3.33 e aveva avuto un forte presentimento su una decisione importante che stava cercando di prendere. Era molto perplessa per aver ricevuto una visione simile nel bel mezzo di un sonno profondo.

 

Ma ora, dopo molti mesi di dubbi, aveva le idee chiare e finalmente sapeva che cosa fare. Sorrisi. I miei angeli, dopo tutto, non mi avevano lasciata, erano ancora insieme a me e a i miei cari.

Ancora oggi, conservo il dono piumato dell'angelo.

 

 

("Visioni di Angeli" - Doreen Virtue)

 

 

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Questa rubrica è dedicata alla raccolta di storie e testimonianze di persone che hanno potuto constatare la presenza e l’aiuto degli angeli nella loro vita.

I racconti sugli angeli hanno il fine di accrescere la tua fiducia in Dio e negli angeli per farti capire come possono “agire” per aiutarti in ogni ambito della tua vita. Attraverso la lettura potresti anche riconoscerti in alcune delle  situazioni descritte o ricevere delle risposte ai tuoi perché.